Prorogato l’obbligo di assicurazione contro calamità naturali

Il Consiglio dei Ministri proroga l’obbligo assicurativo per le imprese: un segnale d’ascolto

Una proroga attesa dalle imprese – Il Consiglio dei Ministri ha recentemente approvato un decreto-legge che proroga i termini per l’obbligo, precedentemente stabilito, di stipulare un’assicurazione contro i danni derivanti da calamità naturali ed eventi catastrofali. Questa decisione è stata accolta con favore da numerose organizzazioni imprenditoriali, tra cui Federalberghi Confcommercio, che da tempo chiedevano un ripensamento sulla tempistica e sull’attuazione concreta della norma. Il rinvio offre un prezioso respiro a molte realtà economiche, soprattutto in un periodo in cui i costi energetici e le incertezze di mercato pesano in modo significativo sui bilanci aziendali.

Il punto di vista di Confcommercio Cesenatico – Roberto Fantini, responsabile Confcommercio di Cesenatico, ha evidenziato come la proroga rappresenti “una prima risposta alle imprese già sofferenti a causa del caro bollette”. Secondo Fantini, imporre in questa fase un ulteriore obbligo assicurativo equivale a introdurre un nuovo balzello su soggetti economici già in difficoltà. La decisione del Governo, quindi, non solo è accolta con sollievo, ma viene anche considerata un’apertura al dialogo e al confronto con il mondo produttivo. È un passo che riconosce le criticità esistenti e la necessità di rivedere alcune disposizioni troppo rigide.

Assicurazioni contro le calamità: tempo supplementare per le imprese. Il Governo ascolta le imprese: rinvio sull’obbligo assicurativo. Imprese e calamità: il Governo concede una proroga. Confcommercio: serve una norma più equa e sostenibile.
Il Governo rinvia l’obbligo assicurativo per le imprese.

Federalberghi: “Norma da ripensare, serviva una pausa”

Normativa da rivedere prima della partenza – Il rinvio dell’entrata in vigore non è solo un’opportunità per dilazionare i tempi, ma anche l’occasione per mettere mano a una norma che, secondo molti operatori, mostra “evidenti segni di affaticamento prima ancora di avere iniziato il primo giro di pista”. La formulazione attuale, infatti, presenta numerosi punti critici: dall’individuazione delle coperture assicurative realmente accessibili, alla chiarezza delle condizioni contrattuali, passando per la sostenibilità economica di una misura che, sebbene condivisibile nell’intento, rischia di tradursi in un peso insostenibile per molte piccole imprese.

L’intento del legislatore e i limiti dell’approccio – L’obiettivo alla base della norma resta comprensibile: creare un sistema di protezione che possa intervenire in modo tempestivo ed efficace in caso di calamità, alleggerendo il carico finanziario a carico dello Stato. Tuttavia, come sottolineato da Confcommercio, “alcune delle soluzioni che vengono proposte sono a dir poco maldestre”. La complessità burocratica, i costi elevati e la scarsa chiarezza delle procedure rischiano di vanificare le buone intenzioni, rendendo necessaria una fase di ascolto e di revisione partecipata.

Le richieste delle imprese: flessibilità e gradualità – Le associazioni di categoria chiedono che, in vista dell’effettiva entrata in vigore dell’obbligo, vengano introdotte misure di flessibilità e criteri di gradualità. È necessario tenere conto delle differenze dimensionali tra le imprese e delle diverse esposizioni al rischio, affinché l’obbligo assicurativo non diventi un ostacolo alla sopravvivenza di chi opera in territori fragili ma economicamente vitali. Solo attraverso un percorso condiviso sarà possibile arrivare a una normativa efficace, equa e realmente applicabile.

Verso una nuova fase di confronto – La proroga apre quindi la strada a una nuova fase di confronto tra Governo e rappresentanze imprenditoriali. L’auspicio è che nei prossimi mesi si possa lavorare a una riformulazione della norma, più aderente alle esigenze del tessuto produttivo italiano. L’ascolto dimostrato finora dal Consiglio dei Ministri è un segnale positivo, ma sarà fondamentale accompagnare questo spirito di apertura con atti concreti che tutelino le imprese senza affossarne la competitività.

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