Auto importate, scoperto giro di fatture false

Auto estere e documenti falsi: scoperta frode fiscale da 15 milioni
Coinvolti concessionari riminesi, indaga la Guardia di Finanza

Un’operazione che parte da Cerignola – È partita dalla Puglia, precisamente dalla Guardia di Finanza di Cerignola, l’operazione che ha portato alla luce una maxi frode fiscale legata all’importazione di auto dall’estero. Le indagini, condotte con un lavoro certosino su documentazione e flussi finanziari, hanno coinvolto diverse regioni italiane e si sono concentrate in particolare su un gruppo di concessionari attivi nella provincia di Rimini.

Fatture false e immatricolazioni truccate – Al centro della frode un meccanismo ormai collaudato: l’importazione di veicoli dall’estero, prevalentemente dalla Germania, con l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. I concessionari coinvolti avrebbero simulato transazioni fittizie per evitare il pagamento dell’IVA, presentando documenti falsificati e dichiarazioni mendaci all’Agenzia delle Entrate e agli uffici della Motorizzazione per ottenere l’immatricolazione italiana dei veicoli.

Coinvolti concessionari riminesi in maxi truffa. Guardia di Finanza smaschera evasione sull’IVA auto. Documenti falsi per l’immatricolazione: 20 indagati. Auto tedesche, firme contraffatte e danno all’erario.
Truffa sull’IVA: sequestri a concessionari di Rimini.

Frode fiscale da 15 milioni sulle auto estere

Un danno erariale da 15 milioni di euro – Secondo quanto ricostruito dalle Fiamme Gialle, il danno per l’erario ammonterebbe a circa 15 milioni di euro. Il sistema permetteva di immettere sul mercato auto apparentemente regolari, con costi inferiori e margini di guadagno più alti per gli operatori disonesti, creando una concorrenza sleale nei confronti dei rivenditori onesti e provocando una grave evasione fiscale.

Firme false e attestazioni contraffatte – Durante le perquisizioni, gli inquirenti hanno sequestrato decine di faldoni con firme apocrife e attestazioni di vendita false. In molti casi, i documenti presentati risultavano contraffatti nei dati dei venditori esteri, nei chilometraggi e nei certificati tecnici. Alcuni veicoli erano già stati oggetto di segnalazioni da parte di acquirenti insospettiti dalla mancata corrispondenza tra quanto dichiarato e le condizioni effettive dei mezzi.

Le responsabilità dei concessionari riminesi – Al centro dell’inchiesta ci sono diversi concessionari con sede nel riminese, alcuni dei quali già noti alle forze dell’ordine per precedenti irregolarità. Gli investigatori stanno ora valutando la posizione di oltre venti soggetti, tra titolari d’impresa e collaboratori, che potrebbero rispondere di reati fiscali, falso ideologico e truffa aggravata. La Procura ha già disposto i primi sequestri preventivi di beni e conti correnti.

Auto e legalità: serve più controllo – La vicenda riaccende i riflettori sul mercato delle auto usate importate, un settore che spesso sfugge ai controlli più rigorosi. Le associazioni di categoria chiedono maggiore trasparenza, tracciabilità dei pagamenti e verifiche più severe nella fase di immatricolazione. La Guardia di Finanza, da parte sua, assicura che le indagini proseguiranno per smantellare del tutto il circuito illegale e restituire equità al mercato.

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