Confcommercio propone un piano per salvare il settore moda

Moda in crisi: le richieste di Confcommercio Cesena

Cesena e la crisi del settore moda – Il settore moda è in sofferenza e Cesena non fa eccezione. Negli ultimi mesi, la crisi ha colpito duramente l’intera filiera, causando la perdita di circa 35mila posti di lavoro a livello nazionale. Un campanello d’allarme che ha trovato eco anche sul territorio cesenate, dove Confcommercio lancia un appello alle istituzioni per intervenire con misure concrete e tempestive. L’obiettivo è salvaguardare un comparto fondamentale per l’economia locale e nazionale.

Le proposte di Confcommercio Cesena – Per fronteggiare l’emergenza, Confcommercio Cesena ha elaborato una serie di proposte articolate, volte a sostenere le imprese del settore e rilanciare i consumi. Giorgio Piastra, direttore dell’associazione, chiede l’attivazione di un Patto etico di filiera tra produttori e fornitori, un’aliquota Iva agevolata per i prodotti moda e una detrazione d’imposta sull’acquisto di capi sostenibili. Strumenti che, se adottati, potrebbero favorire una ripresa economica più rapida e solida.

Crisi moda a Cesena: persi 35mila posti di lavoro. Cesena, allarme moda: servono misure urgenti. Un patto etico per rilanciare la moda.
Incentivi fiscali e sostenibilità per salvare i negozi.

Crisi moda: il piano di Confcommercio tra detrazioni e contributi

Sostenibilità e incentivi fiscali – La sostenibilità è uno degli assi portanti della proposta di Confcommercio. Premiare i consumatori che scelgono prodotti etici e a basso impatto ambientale con incentivi fiscali significherebbe stimolare comportamenti virtuosi e indirizzare l’intero comparto verso una maggiore responsabilità ambientale. Accanto a questo, si richiede anche una detrazione per le spese di innovazione e ammodernamento dei punti vendita, così da rendere il retail più competitivo e attrattivo.

Affitti commerciali e negozi sfitti – Un altro nodo cruciale riguarda gli spazi commerciali. Confcommercio propone una cedolare secca sugli affitti, con riduzione concordata dei canoni per alleggerire il peso economico che grava su tanti esercenti. Inoltre, si suggerisce di introdurre detrazioni per chi decide di insediarsi in negozi attualmente sfitti, un modo per rivitalizzare i centri storici e contrastare la desertificazione commerciale che sta colpendo molte città.

Lo smaltimento dei magazzini – Molti operatori del settore moda si trovano oggi a dover fare i conti con magazzini pieni e vendite stagnanti. Per questo, tra le proposte di Confcommercio, c’è anche l’idea di un contributo specifico per lo smaltimento degli stock invenduti. Una misura che aiuterebbe le imprese a liberare risorse, a fare spazio a nuove collezioni e ad affrontare la programmazione futura con maggiore serenità.

Un appello alle istituzioni – Giorgio Piastra lancia un messaggio chiaro: “Serve un piano strategico nazionale per il rilancio del settore moda, che parta dalle esigenze reali delle imprese e coinvolga tutti gli attori della filiera.” Secondo Confcommercio Cesena, la risposta alla crisi non può limitarsi a misure spot, ma deve tradursi in un patto pubblico-privato di lungo termine. Un appello che chiama in causa non solo il Governo, ma anche le amministrazioni locali, affinché sostengano un settore che rappresenta identità, cultura e lavoro.

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