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La vela latina candidata al patrimonio Unesco

La vela latina e al terzo verso il riconoscimento Unesco

Un patrimonio di saperi antichi – Navigare a vela latina e a vela al terzo non è solo una pratica marinaresca, ma una vera e propria arte che affonda le radici in secoli di storia mediterranea. Queste tecniche di navigazione, tramandate di generazione in generazione, raccontano un sapere antico fatto di mani esperte, vento, legno e mare. Oggi, grazie a un importante lavoro di collaborazione internazionale, questo patrimonio immateriale si avvicina al riconoscimento ufficiale da parte dell’Unesco.

Il ruolo del Museo della Marineria di Cesenatico – A guidare l’iniziativa è stato il Museo della Marineria di Cesenatico, punto di riferimento per la conservazione e la valorizzazione della cultura marittima. Il museo ha svolto un ruolo fondamentale nel coordinare una rete internazionale che comprende sei paesi: Italia, Croazia, Francia, Grecia, Spagna e Svizzera. Un lavoro di squadra che ha permesso di raccogliere, documentare e presentare all’Unesco il dossier di candidatura, consegnato nei giorni scorsi all’ufficio di Parigi.

Un patrimonio di saperi che solca i secoli.

Il Mediterraneo unito dalla vela latina

Un dossier per il Mediterraneo – Il dossier presentato all’Unesco rappresenta un’opera collettiva, frutto di un lungo processo di ricerca e valorizzazione. Al suo interno sono raccolte testimonianze, documentazioni e materiali audiovisivi che illustrano non solo le tecniche di navigazione, ma anche le pratiche di costruzione delle barche, i canti marinari, le feste tradizionali e le attività educative legate alla vela latina e al terzo. Un patrimonio vivo, che ancora oggi unisce comunità diverse affacciate sullo stesso mare.

Un patrimonio immateriale da tutelare – L’inserimento nella “lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale” dell’Unesco non è solo un riconoscimento simbolico. Significa garantire tutela e valorizzazione a una tradizione che rischierebbe altrimenti di scomparire. Le imbarcazioni a vela latina e al terzo sono oggi sempre meno presenti nei porti, minacciate dalla modernizzazione e dalla perdita di interesse delle nuove generazioni. Proteggerle significa anche sostenere la memoria collettiva, l’identità delle comunità costiere e un rapporto sostenibile con il mare.

Una cultura condivisa del Mediterraneo – Quello della vela tradizionale è un linguaggio comune che unisce popoli diversi del Mediterraneo. Italia, Grecia, Spagna e gli altri paesi coinvolti condividono non solo rotte e venti, ma anche un modo di vivere il mare fatto di rispetto, conoscenza e artigianato. Il riconoscimento Unesco rappresenta quindi anche un’occasione per rafforzare i legami culturali tra nazioni, creando nuove sinergie per la salvaguardia del patrimonio comune.

In attesa del riconoscimento finale – Ora si attende la decisione ufficiale dell’Unesco, prevista entro la fine dell’anno. Se accolta, la candidatura porterà nuova visibilità e impulso a iniziative di valorizzazione e trasmissione dei saperi marinari. Intanto, il lavoro delle comunità locali, dei musei e degli appassionati continua a tenere viva questa tradizione. Navigare con la vela latina e al terzo non è solo un gesto tecnico, ma un atto di cultura, identità e amore per il mare.

Antonio Frezza

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