Come sostenere l’indipendenza dei bambini con sindrome di Down

Promuovere l’autonomia e accettare la diversità: i consigli degli esperti per la Giornata mondiale della sindrome di Down

Un’occasione per riflettere e agire concretamente – La Giornata mondiale della sindrome di Down, celebrata ogni anno il 21 marzo, è molto più di una ricorrenza simbolica. È un momento prezioso per promuovere una cultura dell’inclusione, del rispetto e della valorizzazione della diversità. In occasione di questa giornata, i professionisti del Centro Terapeutico dell’Antoniano di Bologna, insieme al progetto “Autonomie”, offrono spunti e consigli concreti per genitori ed educatori, con l’obiettivo di accompagnare bambini e bambine con sindrome di Down verso un cammino di maggiore autonomia.

Creare contesti educativi inclusivi: ecco come fare. Relazioni e crescita: il ruolo di genitori ed educatori. Educare all’ascolto e al rispetto della diversità. 21 marzo: riflessioni e azioni per una società più inclusiva.
Bambini con sindrome di Down: valorizzare le potenzialità.

Bambini con sindrome di Down: come accompagnarli verso l’indipendenza

Valorizzare le competenze, non i limiti – Il primo passo è cambiare prospettiva: invece di concentrarsi su ciò che un bambino non può fare, è fondamentale puntare su ciò che può apprendere e sviluppare. Ogni bambino ha potenzialità uniche e può essere protagonista del proprio percorso di crescita. Sostenere le autonomie quotidiane — come vestirsi, mangiare, scegliere le attività — è un modo concreto per rafforzare la fiducia in sé e promuovere l’indipendenza.

Creare contesti educativi accessibili e stimolanti – Un ambiente inclusivo, organizzato e pensato per accogliere le differenze, è essenziale per favorire l’apprendimento e la partecipazione. Gli esperti del progetto “Autonomie” sottolineano l’importanza di proporre attività adatte all’età e alle capacità individuali, senza abbassare le aspettative. Con piccoli adattamenti, anche la scuola e gli spazi domestici possono diventare luoghi di crescita condivisa.

Coltivare relazioni significative – L’inclusione non è solo questione di strutture o strumenti: è fatta soprattutto di legami. Favorire le relazioni con coetanei, educatori e adulti di riferimento aiuta i bambini con sindrome di Down a sentirsi parte di un gruppo e a sviluppare competenze sociali fondamentali. Genitori ed educatori possono facilitare l’incontro, il gioco, la collaborazione, creando occasioni di scambio e di reciprocità.

Ascoltare i bisogni e incoraggiare l’espressione – Ogni bambino ha il diritto di esprimersi, essere ascoltato e sentirsi accolto. Saper leggere i segnali, dare tempo alla comunicazione e offrire strumenti alternativi (come la comunicazione aumentativa) può fare la differenza. Il percorso verso l’autonomia passa anche dalla possibilità di scegliere, dire di no, raccontare il proprio mondo.

Fare rete tra famiglia, scuola e servizi – L’autonomia si costruisce giorno dopo giorno, grazie a un lavoro condiviso tra tutti gli adulti che ruotano attorno al bambino. Il dialogo tra famiglia, scuola e operatori socio-sanitari permette di mantenere coerenza educativa, individuare obiettivi comuni e sostenere le sfide con fiducia. Nessuno deve sentirsi solo in questo percorso: la rete è la forza dell’inclusione.

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