Modena punta sulla collaborazione per migliorare l’esecuzione penale esterna
Un accordo per migliorare l’esecuzione penale esterna a Modena – A Modena è stato firmato un importante accordo biennale per potenziare l’efficacia delle misure di esecuzione penale esterna. L’iniziativa nasce dalla collaborazione tra diverse istituzioni giudiziarie, enti del terzo settore e organizzazioni professionali, con l’obiettivo di favorire percorsi di reinserimento sociale per i soggetti sottoposti a misure alternative alla detenzione. La sinergia tra i firmatari mira a garantire un sistema più efficiente e inclusivo.

Un nuovo modello di giustizia: firmato un accordo per l’esecuzione penale esterna
I protagonisti dell’accordo – L’intesa è stata siglata dal Tribunale di Modena, dal Centro Servizi Volontariato Terre Estensi, dall’Ordine degli Avvocati di Modena, dalla Fondazione di Modena, dalla Camera Penale Carl’Alberto Perroux e dall’Ufficio Locale di Esecuzione Penale Esterna di Modena (ULEPE). La partecipazione di queste realtà garantisce un approccio multidisciplinare e integrato, fondamentale per affrontare le sfide legate all’esecuzione penale esterna.
Obiettivi del progetto – L’accordo si propone di migliorare la gestione delle misure alternative alla detenzione, favorendo progetti di reinserimento sociale attraverso il coinvolgimento di associazioni e professionisti. La collaborazione tra enti pubblici e privati consentirà di sviluppare percorsi di formazione e lavoro per chi sta scontando una pena fuori dal carcere, riducendo il rischio di recidiva e promuovendo una giustizia più riabilitativa.
Il ruolo del volontariato e del terzo settore – Un elemento chiave dell’accordo è il coinvolgimento attivo del volontariato e del terzo settore, che avranno un ruolo fondamentale nell’accompagnamento e nel sostegno dei soggetti in esecuzione penale esterna. Le associazioni contribuiranno con esperienze, risorse e programmi specifici per favorire un percorso di reinserimento efficace e duraturo.
L’importanza della formazione e del lavoro – Un aspetto centrale dell’accordo riguarda la promozione di percorsi formativi e lavorativi per le persone sottoposte a misure alternative alla detenzione. L’obiettivo è creare opportunità concrete di reinserimento sociale attraverso stage, tirocini e collaborazioni con aziende del territorio. La formazione professionale rappresenta uno strumento essenziale per garantire una seconda possibilità a chi sta scontando una pena.
Prospettive future e impatto sul territorio – L’accordo biennale rappresenta un passo significativo verso un modello di giustizia più inclusivo e orientato al recupero sociale. Il monitoraggio costante delle iniziative e la collaborazione tra le parti coinvolte permetteranno di valutare l’efficacia delle misure adottate e di apportare eventuali miglioramenti. L’auspicio è che questa esperienza possa servire da esempio per altre realtà territoriali interessate a sviluppare progetti simili.