Un’esposizione che fa riflettere: “Com’eri vestita?” e la lotta alla violenza di genere
Una mostra per riflettere sulla violenza di genere – A Piacenza arriva la mostra “Com’eri vestita?”, un’esposizione toccante che vuole sensibilizzare il pubblico sul tema della violenza di genere e del victim blaming. La domanda stessa, spesso rivolta alle vittime di violenza sessuale, suggerisce implicitamente che la responsabilità dell’abuso possa dipendere dall’abbigliamento della vittima. La mostra intende ribaltare questa prospettiva e far emergere il pregiudizio culturale che ancora permea la nostra società.

La mostra “Com’eri vestita?” arriva a Piacenza: una riflessione sulla violenza di genere
Il significato della domanda – “Com’eri vestita?” è una domanda che, anziché aiutare le vittime, le colpevolizza. Spesso, chi subisce una violenza si trova a dover giustificare il proprio comportamento o il proprio abbigliamento, come se questi elementi potessero in qualche modo legittimare l’abuso. La mostra vuole smascherare questa mentalità e dimostrare come la violenza sessuale sia sempre e solo responsabilità di chi la compie.
L’esposizione e il suo impatto emotivo – La mostra presenta una serie di abiti accompagnati da testimonianze di donne che hanno subito violenza. Gli indumenti esposti non sono provocanti o particolarmente audaci, ma abiti quotidiani: jeans, magliette, divise da lavoro, pigiami. Questo dettaglio serve a dimostrare che l’abbigliamento non è mai una causa della violenza, smontando un pregiudizio profondamente radicato nella società.
L’origine della mostra e la sua diffusione – Il progetto “Com’eri vestita?” nasce negli Stati Uniti grazie all’associazione “What Were You Wearing?” e si è diffuso in tutto il mondo, arrivando anche in Italia. L’obiettivo è sensibilizzare il pubblico attraverso una narrazione diretta e potente, capace di toccare le coscienze e far riflettere sulla necessità di un cambiamento culturale.
Il ruolo dell’educazione nella prevenzione della violenza – La mostra non si limita a denunciare il victim blaming, ma vuole anche promuovere un cambiamento educativo. Sensibilizzare le nuove generazioni, insegnare il rispetto e il consenso, e decostruire stereotipi tossici sono passi fondamentali per combattere la violenza di genere. L’educazione è uno strumento essenziale per creare una società più equa e sicura per tutti.
Un invito a visitare la mostra e a riflettere – L’esposizione è aperta a tutti e rappresenta un’importante occasione per riflettere su un tema di estrema attualità. Visitare la mostra significa prendere coscienza del problema e contribuire alla diffusione di una cultura che non colpevolizzi le vittime, ma che invece punti alla prevenzione e alla giustizia. Un’esperienza che lascia il segno e che invita al cambiamento.