Israele e Hamas: l’accordo che può cambiare il Medio Oriente

Trump e Biden: alleanza inattesa per la pace

Dopo 15 mesi di conflitto e oltre 46mila morti, il conflitto tra Israele e Hamas sembra finalmente prossimo a una tregua. Secondo il presidente americano Joe Biden, l’intesa per un cessate il fuoco e la liberazione di 98 ostaggi è ormai vicina. Tuttavia, il nodo cruciale dell’accordo rimane nelle mani di Mohammed Sinwar, fratello minore dell’ex leader estremista Yahya, ucciso lo scorso ottobre durante un’operazione israeliana. Mohammed, a capo del Movimento islamico palestinese, ha posto come condizione la restituzione del corpo del fratello.

Le trattative si sono intensificate negli ultimi giorni, con progressi significativi raggiunti a Doha. L’emiro del Qatar, Tamim bin Hamad Al Thani, ha giocato un ruolo centrale, ospitando colloqui con delegati di Hamas e rappresentanti di Israele. Tra i protagonisti delle negoziazioni figurano anche il capo del Mossad David Barnea e l’inviato speciale di Trump in Medio Oriente, Steve Witkoff. L’amministrazione uscente di Biden e quella entrante di Trump hanno collaborato strettamente per raggiungere questo obiettivo, mostrando un’unità di intenti rara nella politica americana.

Il coinvolgimento di Donald Trump rappresenta un elemento di svolta. Il suo team ha lavorato a stretto contatto con l’amministrazione Biden per garantire continuità nelle trattative. “Un accordo a Gaza è nell’interesse di tutti”, ha dichiarato il consigliere per la Sicurezza nazionale, Jack Sullivan. La transizione di potere negli Stati Uniti non sembra quindi ostacolare gli sforzi di pace, ma piuttosto li rafforza.

Un altro elemento chiave dell’accordo è la riorganizzazione interna di Hamas, guidata da Mohammed Sinwar. Soprannominato “Ombra” per il suo ruolo dietro le quinte, Sinwar ha preso il comando del movimento dopo la morte del fratello Yahya e la decimazione delle forze di Hamas. Con solo 3mila combattenti superstiti, Sinwar ha avviato un processo di ricostruzione rapido ed efficace, guadagnandosi la fiducia dei militanti e riorganizzando la lotta contro Israele.

L’accordo di cessate il fuoco, tuttavia, è ancora fragile. Sebbene Hamas abbia manifestato l’intenzione di porre fine alla guerra, il passato di fallimenti e rotture improvvise rende cauti gli osservatori internazionali. La decisione finale spetta ora a Mohammed Sinwar, la cui approvazione è cruciale per il successo delle trattative. La comunità internazionale osserva con attenzione, consapevole che un accordo stabile potrebbe segnare un punto di svolta per il Medio Oriente.

Nel frattempo, il presidente Biden ha intensificato i contatti con gli alleati regionali, tra cui la Turchia e il Qatar. Il capo dell’intelligence turca, Ibrahim Kalin, ha svolto un ruolo di mediatore tra le parti, contribuendo a creare un clima favorevole al dialogo. Anche Israele ha mostrato segnali di apertura, nonostante le profonde ferite causate dal conflitto.

L’annuncio di una tregua potrebbe arrivare a breve, segnando una delle più importanti vittorie diplomatiche degli ultimi anni. Per Biden, sarebbe un risultato fondamentale per il suo lascito politico, mentre per Trump rappresenterebbe un inizio promettente per il suo secondo mandato presidenziale.

Nonostante il crescente ottimismo, il cammino verso la pace resta incerto. Le sfide sul terreno sono numerose, e il fragile equilibrio politico potrebbe essere facilmente compromesso. Tuttavia, il fatto che due amministrazioni americane abbiano collaborato per un obiettivo comune offre un raro esempio di unità in un contesto internazionale sempre più polarizzato.

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